SCARLETT JOHANSSON – Io e Saverio Raimondo
Devo proprio ringraziare ComedyBay per avermi dato l’opportunità di incontrarti. Doveva essere un regalo fatto a te, ma alla fine lo è stato per me. So che parli di me in un tuo lubrìco pezzo, che poi è il motivo per cui sono stata invitata qui. Ma non conosco il pezzo in questione, cosa dici esattamente?
Intanto Scarlett, lascia che ti dica che è da quando tu facesti un pompino a Billy Bob Thornton in “L’uomo che non c’era” dei fratelli Coen che io desideravo venire sulle tue grandi labbra -lascio a te la scelta di quale delle tue grandi labbra io stia parlando. Quindi sì, tu per me sei un’ossessione da anni. E quando nei miei spettacoli parlo di sesso, spesso mi capita di fantasticare su come il tuo ginecologo ti visiti…o su come io ti visiterei se fossi il tuo ginecologo…. Insomma, roba davvero morbosa. Ti cito anche nel mio pezzo sulla masturbazione: ci siete tu e la tua cellulite. E in verità, in verità ti dico: sto lavorando ad un pezzo interamente dedicato a te.
Dai, almeno quando rispondi però puoi riemergere dalle lenzuola. Mi piacerebbe molto essere la tua musa come lo sono stata per Woody…
Vedo che però anche tu sei sulla buona strada, ma c’è bisogno di costanza, talento e impegno per arrivare a scoparti tua figliastra adottiva dopo due divorzi.
Come racconto durante i miei spettacoli di stand up, io convivo con una ragazza che ha una figlia da una precedente relazione. Mi sono fatto la fidanzata con l’allegato, diciamo. La bambina ora ha 7 anni, ma è bionda e ha gli occhi azzurri: se sviluppa bene come credo, a 18 anni è una figa e me la scopo. Che mi frega? Tanto è un’estranea! Sono o non sono il Woody Allen italiano?
Nell’ultimo anno ti ho visto in 8 programmi televisivi diversi. Sto scherzando, non li ho visti davvero, ma ti pare?, me l’ha detto Joaquin Phoenix. In ogni caso il fatto stesso che io sia qui ora testimonia che stai finalmente cominciando a frequentare ambienti buoni.
Mi do da fare -come hai visto so leccare la fica piuttosto bene; e questo, in tempi di quote rosa nei consigli d’amministrazione, può aprire diverse porte. Giro molto, cambio spesso: per inquietudine, strategia, ma anche -e forse soprattutto- perché nessun programma è stato davvero finora il mio contesto. Sono sempre marziano, alieno. Nomade. Sono il rom della satira italiana: rubo i bambini e il rame per farci le battute.
Dal 9 giugno sarai con i tuoi colleghi di Satiriasi su Comedy Central.
Ecco, Comedy Central è FINALMENTE il contesto giusto! Hanno deciso di portare la comicità à là Comedy Central anche in Italia, e hanno deciso di cominciare dalla stand-up comedy. Un palco, un’asta, un microfono, la luce giusta, un locale gremito di gente, e 7 comedian (tutti provenienti dall’esperienza di Satiriasi) che si alternano sul palco dividendosi 60 minuti con i propri monologhi di stand up comedy. Ci sarebbe a la tentazione a gridare alla rivoluzione: ma io, da bravo comico satirico che ha letto “La fattoria degli animali” di Orwell, sono allergico a qualunque rivoluzione e trovo ridicolo chiunque ne propagandi una. La stand up comedy non è la rivoluzione: la stand up comedy è la normalità. È una consuetudine negli Usa, in Inghilterra, Canada, Nord Europa… non vedo perché non possa essere normale anche da noi! Ecco, questo programma è un risarcimento, un ripristino di una sana comicità che ci è stata negata per troppo tempo.
Beh, la stand-up comedy, a ben vedere, è un prodotto del benessere, un lusso, un po’ come il veganesimo (come sai io mi sono convertita alla dieta vegana per poter interpretare al meglio Natasha in The Avengers): quando la società è abbastanza evoluta, può cominciare a permettersi di pagare qualcuno per prendere in giro se stessa e i valori che la fondano, e nel frattempo di inserire la componente etica nel mangiare.
Davvero sei vegana, Scarlett? Eppure ti ho visto succhiare della carne proprio un attimo fa… Beh, comunque: sì, la stand up comedy è un prodotto della società del benessere, ma quel benessere cela e smaschera al tempo stesso il malessere, quello più profondo e autentico, dell’uomo e della società. Non a caso una delle prime definizioni che vennero date alla stand up comedy fu quella di sick humour. Non credo che l’Italia sia abbastanza evoluta per prendere in giro sé stessa e i valori che la fondano… ma qualcuno sì, lo è! Ecco, è a quei qualcuno che si rivolge la stand up comedy oggi in Italia.
Cosa cambierà in TV rispetto a ciò che fate dal vivo?
Poco o nulla: la libertà espressiva che ci è stata concessa dal canale è stata massima. Ma il medium è diverso: un conto è assistere ad uno spettacolo dal vivo, un altro è vederlo in tv. Non è la stessa cosa. Ma la regista e il direttore della fotografia sono stati molto bravi, quindi vedrai che sarà anche un bello spettacolo televisivo.
Guardare gli altri sempre dal basso verso l’alto ha influenzato il tuo modo di vedere il mondo e di rapportarti all’autorità? Devo dire che a vedere te la regola della L assume fondamento scientifico.
Spero che nel trascrivere questa nostra conversazione quelli di Comedy Bay abbiano scritto la L in grassetto e usando come carattere Times New Roman 97, per rendere bene l’idea. Comunque la mia statura ha influito senz’altro su quello che faccio: in primis perché mi rende ridicolo, cosa che aiuta a non essere preso sul serio. E poi vedere le cose dal basso verso l’alto aiuta a capire che la maggior parte delle cose, comprese le autorità, sono più grandi di noi, e la satira non può fare proprio nulla per cambiarle -né ci prova, a dirla tutta. Però, dal basso verso l’alto, puoi vedere sotto la gonna, o il doppio mento, o la merda acciaccata sotto la suola di una scarpa… e ciò rende ridicole anche le autorità. Insomma, non serve a niente, ma almeno è divertente.
Ho una domanda per te da parte di mio marito (ancora per poco, ora che ti ho conosciuto) Ryan Reynolds: come sopporti la vicinanza di Gianluigi Paragone?
E viceversa, aggiungerei: credi che io sia meglio di lui? Comunque è semplice: lui sta a Milano, io a Roma. Ci siamo visti tre volte in tutto, e messe insieme non fanno un’ora. Scarlett, io lo so cosa pensi de La Gabbia; e sappi che io la penso come te. Ma lascia che ti dica una cosa: ho avuto l’opportunità di sperimentare i servizi in esterna, cosa che ancora non avevo mai potuto fare; e ho messo a segno almeno 3 capolavori, con una media stagionale comunque buona -rivendico anche le cazzate, che rientrano in una sana alternanza fra satira e frivolezza. Quel programma, così “sopra le righe”, mi ha permesso (forte anche della mia storia) di alzare l’asticella satirica: se ho potuto fare, come ho fatto, un servizio sul linguaggio sessista -dove, per gli amanti della ragioneria, ho detto 25 volte la parola pompino e derivate senza censure o beep di sorta né telefonate del Moige- è anche perché l’ho fatto in quel contesto. Dimostrando così che le cose nella tv italiana non è vero che non si possono fare o dire: basta essere la persona giusta nel posto giusto al momento giusto. E vorrei farti notare che Paolo Ruffini , l’allora direttore de La7, canale sul quale è appunto andato in onda quel servizio e nel quale ho anche detto per la prima volta nella storia della tv italiana la parola “squirt”, Paolo Ruffini dicevo, due mesi dopo quel mio servizio, è diventato direttore di Sat2000, la tv della Conferenza episcopale italiana. E tu credi che le due cose non siano collegate?
E ora baciami, stupida.
Saverio Raimondo sarà in onda su Radio 2 dal 14 luglio alle ore 6:30 del mattino con il nuovo programma Stand Up.
Ho visto la prima puntata di Stand Up Comedy su Comedy Central e mi è bastata. Se questo è il livello della satira italiana siamo nella merda: fortunatamente non è così, da qualche parte nascosto in una caverna tra i monti c’è ancora Luttazzi.
Lo spettacolo è stato una lunga agonia: volgarità gratuite che dovrebbero far ridere (aver detto una parolaccia nuova per la prima volta in tv magari lo puoi mettere nel curriculum, ma non ti rende automaticamente divertente, altrimenti mio nonno sarebbe l’uomo più simpatico del mondo), un livello di presunzione altissimo e fastidioso come se foste gli ultimi baluardi della satira (a te, Saverio, ti hanno presentato come il primo conduttore di un talk show satirico italiano: a quel punto mi sono cascate le balle. Ancora una volta devo tirare fuori il nome di Luttazzi…), in generale mi è sembrato di vedere un mucchio di gente con una bella parlantina che discuteva di sesso ammiccando al pubblico e si aspettavano più applausi di quanti non ne abbiano ricevuti.
La Stand-up Comedy all’americana o all’inglese è proprio un’altra cosa, dispiace dirlo. Massima libertà d’espressione, eppure l’argomento d’attualità principe per un autore satirico come la politica è rimasto confinato in un angolo. Sicuri che potevate dire di tutto?
In compenso ho sentito perle del calibro di squirting, bagna-fregna, cazzo x50, sesso a pecora, lesbo e compagnia bella. Chi vi scrive le battute, Youporn?
Solo una domanda: sei anche tu un autore comico? Ti giuro, non è una provocazione, è solo curiosità, stavo leggendo il tuo blog.
No non lo sono
Io penso che la scelta di non trattare l’attualità politica sia legittima. Dei comici tradotti qui su CB a memoria solo Robin Williams ha trattato di attualità. Non mi sembra quindi che sia quello l’argomento principe della satira.
Comunque hai parlato di tutto fuorché del pezzo di Saverio al quale non mi pare si applichino le critiche che hai fatto (non ho Sky, ma ho visto quel pezzo dal vivo qualche mese fa). E nemmeno una parolina su Scarlett
Ci mancherebbe altro , è più che legittima, solo che se sei un autore satirico in Italia e non parli di politica -anche se in teoria potresti farlo- stai 1) perdendo una grandissima occasione per diventare qualcuno 2) perdendo una grandissima occasione per far ridere, gli spunti sono fin troppi.. 3) perdendo un’occasione d’oro per fare della satira politica che attualmente NON C’E’, la trovi solo sul web.
A me sono sorti dei dubbi. Davvero hanno totale libertà d’espressione? Io ci vedo più paraculaggine, ma magari son troppo esigente io.
Il pezzo di Saverio l’ho trovato ripetitivo: insiste sul concetto che nessuno ci spia perché a nessuno gliene frega un cazzo di noi. Ok, fantastico, adesso sviluppa l’idea. Invece il suo breve monologo era una semplice sfilza di variazioni su questo concetto: dov’erano le battute? Non ha approfondito nulla. La gente in sala rideva perché è divertente quando il comico dal palco ti sfotte e ti dice che sei una nullità come tante, ma quando lo ripete dieci volte di fila e il suo pezzo si riduce a questo, che palle.
Non voglio creare polemica ma da un programma di satira libero mi aspettavo di più. E poi voglio creare polemica. Forse mi avete abituato troppo bene in questi anni con Hicks e compagnia bella..
Quoto. Ottima sintesi della presunzione di quelli di Satiriasi. Sono proprio scarsi.
Ma scusa, Faina, tu come la definisci la “satira politica”? Dev’essere necessariamente quella fatta di battute contro i politici? Stai battendo sempre sullo stesso punto, e poi nomini Bill Hicks che dal mio punto di vista non può essere ridotto a uno che fa satira politica: penso che concorderai che aveva una visione d’insieme ben più ampia. Un comico non dovrebbe sentirsi in dovere di parlare di politica, e non ha tanto senso dire che “sta perdendo l’occasione di diventare qualcuno” perché manca di farlo. Tu quali esempi porteresti di “satira politica” che si trova sul web? A me viene in mente Spinoza che, sì, fa ridere, però alla lunga mi ha un po’ stancato. Mi spiego meglio: puoi sempre trovare del materiale buono, ma se vai a vedere il meccanismo di molte battute è sempre lo stesso. È un po’ lo stesso principio che governava la “palestra” di Luttazzi: è un tipo di satira che alla lunga può mancare di originalità, perché non si fa che mettere delle tecniche al servizio del commento sul singolo fatto di cronaca politica e non. Sarà banale dirlo, ma riuscire a coniare una battuta brillante che riguardi la politica non fa di te un autore satirico e penso che molti avventori di Spinoza o della palestra di Luttazzi non sarebbero in grado (o comunque non rientrerebbe fra le loro intenzioni) scrivere uno spettacolo intero con “una visione più ampia”. Ti dirò, ho trovato mooolta più paraculaggine nell’intervento che fece Luttazzi a “Raiperunanotte” che nelle due puntate di “Stand Up Comedy”.
“Ho trovato molta più paraculaggine nell’intervento di Luttazzi a Raiperunanotte che in due puntate di “Standup Comedy”. See, buonasera. Continuate a rosicare.
Ma ti leggi? Ti esprimi come un laziale.